sabato 13 dicembre 2008

autodeterminazione e relativismo, questi sconosciuti



"ecco, vedi, se avessi fatto come ti avevo detto io, adesso saresti felice"
prendi il numero e aspetta il tuo turno: davanti alla mia porta c'è la fila di persone che mi dicono come dovrei comportarmi e cosa dovrei fare. e che pensano di avere la soluzione per la felicità.

"esci, svagati, ti fa bene"
parola del censore ufficiale delle azioni che "fanno bene".

"non puoi non venire"
ah no? rischio la galera?

"tu sei fatta così come ti dico io. ma poi sei libera di pensare che non sia vero"
bè, ci mancherebbe...

"nel tuo mondo [...] quelli come te [...] voi che [...]"
prendi un po' di colla e schiaccia bene sulla mia fronte: l'ultima etichetta che ci avevi appiccicato sta cadendo.

"non hai diritto di lamentarti"
diritto di parola, di pensiero, di religione, di associazione... il diritto di essere incazzati e delusi, quello no. siamo costretti a sorridere e dire che c'è chi sta peggio e solo loro hanno diritto di lamentarsi. c'è chi sta peggio: più ci penso, più sono delusa e incazzata. e mi lamento anche per loro. no, non ne ho il diritto. scusa, adesso smetto.

Nessun commento: